Storia, ricordi e opere

Il “Campiello” è un premio letterario che viene assegnato a opere di narrativa italiana. Istituito nel 1962 per volontà degli Industriali del Veneto con lo scopo di ritagliare un preciso spazio per l’imprenditoria veneta nel mondo culturale italiano. Nella sua storia, il Premio Campiello ha provato la validità delle sue scelte culturali segnalando all’attenzione del grande pubblico numerosi autori e romanzi che hanno segnato la storia della letteratura italiana.

La Storia

La prima edizione si svolse nel 1963 a Venezia nell’isola di San Giorgio e vide premiare il romanzo di Primo Levi “La Tregua”.

Il Premio, in seguito, fu ospitato in contesti tra i più rappresentativi della storia e della cultura della città quali ad esempio La Fenice e Palazzo Ducale: palcoscenici di una città unica dove, hanno calcato la scena, e si avvicendano ancora oggi i più importanti nomi della cultura italiana.

Oggi il Premio, ritenuto uno tra i più prestigiosi d'Italia e tra i più importanti nel panorama editoriale italiano, è un canale con il quale gli Industriali Veneti intendono offrire il loro contributo alla promozione della narrativa italiana e a incentivare e diffondere il piacere per la lettura nella consapevolezza che un premio trovi la sua massima ragion d'essere nel "creare nuovi lettori".

Il Campiello, ha visto il successo delle opere in concorso confermato sia dalle vendite ma anche dalla trasposizione cinematografica di alcuni di esse.

Si è dimostrata efficace l’idea iniziale e mai mutata del meccanismo ideato per giungere al vincitore: una duplice giuria, una tecnica ed una popolare. La prima preposta a nominare i cinque finalisti scelti tra quanti, secondo i termini del bando di concorso, vengono indicati ammissibili al premio, la seconda, una giuria che varia ogni anno composta da 300 lettori, chiamati a scegliere il vincitore, ed i cui nomi rimangono segreti fino alla sera della cerimonia, a garantire la totale indipendenza di giudizio.

Il Campiello ha costruito quindi la sua identità e la sua forza a partire dalla doppia giuria, vantando almeno due primati: vver inaugurato per primo la formula di una larga giuria popolare, formula, in seguito esportata in altre manifestazioni ed essere assurto nel novero dei grandi premi nel più breve spazio di tempo.




Il "Campiello"

Nato a Venezia il premio aveva bisogno di un simbolo veneziano.
Il copyright è di Edilio Rusconi, allora giornalista e non ancora editore che fece parte delle prime giurie e che trovò nel tipico spazio della vita pubblica veneziana, il campiello appunto, lo spunto giusto per definire una manifestazione culturale, il cui nome doveva sottolineare la partecipazione decisiva di 300 lettori per la scelta del vincitore, la Giuria popolare, ed il legame con la città in cui il Premio è nato. Il campiello, infatti, nella tradizione veneziana ha sempre rappresentato il luogo per eccellenza d'incontro e di scambio culturale e mercantile per i suoi abitanti.

Il nome "Campiello"richiama anche l'idea del teatro di Carlo Goldoni: la Venezia settecentesca delle calli e dei campielli, col suo mondo affollato da personaggi di ogni ceto sociale di cui l'autore seppe ben rappresentare vizi e virtù.


Il Premio che viene attribuito al vincitore è la riproduzione in argento del pozzo veneziano ancora presente
in molti campielli, “la vera da pozzo”; fondamentale per la città in quanto unica fonte di
approvigionamento dell'acqua potabile.

Iconograficamente il premio si ispira alla vera da pozzo di San Trovaso nel sestiere di Dorsoduro a Venezia.