I cinque finalisti della 23^ edizione

Venerdì 20 aprile 2018 proclamata al Teatro Nuovo di Verona la cinquina finalista del concorso Campiello Giovani 23ª edizione

Blackout di Alma Di BELLO (Blevio - CO)
Un uomo si trova una sera in un locale con un barista e una giovane spogliarellista, come nella famosa scena del quadro di Hopper. Le luci si spengono d’improvviso a causa di un blackout e i tre al buio se la raccontano. Lui riflette sul fatto che la vita gli sembra come l’attesa in una stazione ferroviaria, peccato che il proprio treno non parta mai. Un racconto che indaga sul valore della giovinezza, l’arrivo della vecchiaia, e il senso della vita.
Bestiario familiare di Vincenzo GRASSO (Catania)
Un ragazzo vive in una famiglia disfunzionale formata da un padre, pittore celebre, e una madre, sua manager. All’interno di questo universo cerca faticosamente di ritagliarsi uno spazio identitario. Tutto bene finchè gli affari vanno a gonfie vele, ma poi arriva l’inferno. Con il tramontare del successo sopravviene la depressione del padre ed infine il suo suicidio.
Un racconto amaro e sapiente sulle dinamiche familiari.
Feromoni di Alessio GREGORI (Monterotondo - RM)
Feromoni: un ragazzo vive con la madre in una casa che come tutte le altre è infestata dagli insetti, che proliferano ovunque. Tutti cercano di ripararsi come possono, ma l’invasione è devastante. Il clima è apocalittico. Il ragazzo pensa sempre ad un suo amore, che rivede raggiungendolo a casa sua e finalmente parlandogli. Al suo ritorno a casa, la madre è sul balcone, e forse pensa di buttarsi giù. Un racconto distopico cupo ma fiammeggiante, memorabile.
Natura morta di Lorenzo NARDEAN (San Donà di Piave - VE)
Arturo Benni è un uomo che capisce cosa deve fare, ma non lo fa. Fin da giovane è stato in grado di individuare quello che per lui sarebbe stato il meglio, ma non per questo poi lo ha perseguito. La sua vita è diventata quindi quella di un uomo qualsiasi, che vive vagamente alienato da tutto ciò che dovrebbe coinvolgerlo. Ma c’è un pensiero che non l’ha mai abbandonato. Un racconto sul significato della scelta e sul dovere di agire.
Con i mattoni di Elettra SOLIGNANI (Verona)
Una ragazza comincia una dieta che diventa, lentamente, una discesa agli inferi. In un crescendo di fasi che vengono raccontate come il più cupo dei sillabari, la giovane precipita in un luogo desolato, isolandosi da tutti, anche da chi amava e l’ha amata. Solo una dolorosa presa di coscienza potrà aprire la possibilità di un nuovo inizio. Un racconto sul dramma dell’anoressia che ci priva degli altri e alla fine anche di noi stessi.