Silvio Ramat

Fiorentino di nascita (2 ottobre 1939) e di formazione, Silvio Ramat è professore di Letteratura italiana contemporanea nella Facoltà di Lettere dell’Università di Padova dal 1976.
La sua attività di critico, premiata nel 2001 all’Accademia Nazionale dei Lincei, ha avuto inizio nel 1965 con una monografia su Montale, a cui hanno fatto séguito uno studio su L’ermetismo (La Nuova Italia 1969) e i capitoli di La pianta della poesia (Vallecchi 1972). Della lirica del XX secolo ha tentato una ricognizione complessiva in Storia della poesia italiana del Novecento (Mursia 1976), approfondendone alcuni aspetti in Protonovecento (Il Saggiatore 1978).

Fedele ai suoi autori di sempre (Invito alla lettura di Bigongiari, Mursia 1979; L’acacia ferita e altri saggi su Montale, Marsilio 1986), ha però applicato la sua indagine anche a taluni microcosmi specifici in I sogni di Costantino (Mursia 1988) e in Particolari (Mursia 1992). In questo decennio i risultati più notevoli si leggono in La poesia italiana 1903-1943.

Quarantuno titoli esemplari (Marsilio 1997) e in I passi della poesia. Argomenti da un secolo finito (Interlinea 2002), ai quali si aggiunge la recente edizione di Tutte le poesie di Alfonso Gatto (Mondadori 2005).

Il suo esordio in poesia risale al 1959 con Le feste di una città. Successivamente ha pubblicato numerose raccolte, presso editori come Mondadori, Garzanti, Guanda, Scheiwiller, San Marco dei Giustiniani, Marsilio e Crocetti. La sua opera finora edita – alla quale sono andati alcuni fra i maggiori premi italiani - è riunita adesso nel volume Tutte le poesie 1958-2005 (Interlinea 2006).
Membro della giuria di vari premi nazionali e internazionali – dal “Mondello” al “Dessì” al “Montale” –, Ramat fa parte del comitato di redazione della rivista “Poesia” ed è Associate Editor di “Forum Italicum”.

Ha collaborato o collabora ad alcuni periodici e a quotidiani (“La Nazione”, “Corriere del Ticino”, “Il Tempo”, “Il Giorno”, “Corriere della Sera”, “Il Giornale”).