Mariolina Venezia è la vincitrice della XLV edizione del Premio Campiello con il romanzo "Mille anni che sto qui" (Einaudi)

Sabato 1 settembre 2007 al Gran Teatro La Fenice con grande successo si è conclusa la XLV edizione del Premio Campiello. Una Cerimonia esclusiva, una festa del libro che ha saputo alternare una perfetta “miscela” di cultura, mondanità, e spettacolo, in attesa del verdetto della Giuria dei Trecento Lettori.
pubblicato il 09/01/2007
Il notaio del Premio nel corso della Cerimonia, trasmessa in differita su RAI Uno,  ha effettuato lo spoglio delle schede, annunciando il verdetto della Giuria: 106 voti sono andati al romanzo di Mariolina Venezia, Mille anni che sto qui (Einaudi), 78 a Milena Agus, in finale con il romanzo Mal di pietre (Nottetempo), a Romolo Bugaro con Il labirinto delle passioni perdute (Rizzoli) 41 preferenze, ad Alessandro Zaccuri con Il signor figlio (Mondatori) 33 voti e a Carlo Fruttero 28 preferenze per il suo romanzo Donne informate sui fatti (Mondadori).

Così ha commentato Andrea Riello, Presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto sulle pagine de Il Gazzettino il giorno seguente:  “da quarantacinque anni noi imprenditori veneti stiamo investendo oltre che nelle nostre aziende anche nella cultura, e il Premio Campiello è sicuramente l’iniziativa più importante e conosciuta tra quelle promosse da Confindustria. La presenza alla Fenice di molte personalità del mondo della cultura italiana ed europea, del mondo imprenditoriale veneto ed italiano, di cariche istituzionali dello stato, della regione, di Confindustria e della città di Venezia, testimoniano l’importanza e l’attenzione che riceve il nostro premio e la cultura in genere.

Nel 1963 l’imprenditoria veneta ha “creato” ed immesso sul mercato culturale italiano un “prodotto inedito ed originale” che ancora oggi dopo quarantacinque anni dimostra grande freschezza e vitalità. Vincente e lungimirante l’idea di istituire un premio letterario che ha dimostrato che il libro, il romanzo e la narrativa hanno ancora grande appeal, malgrado i molti e profondi cambiamenti intercorsi nella nostra società e nei mezzi di comunicazione. Il romanzo rappresenta ancora un “moderno” canale per aiutare la veicolazione di idee, valori, tematiche importanti per il processo di crescita e maturazione della nostra società civile.

Allora come oggi il desiderio di noi imprenditori rimane immutato: contribuire a promuovere la narrativa italiana e a diffondere il piacere per la lettura.

Il Campiello ha costruito la sua immagine e la sua autorevolezza inventando una formula, in seguito largamente imitata da altri premi letterari: la duplice giuria, tecnica e popolare. La credibilità della Giuria dei Letterati, il meccanismo di selezione trasparente dei cinque romanzi finalisti, che prevede che ogni componente della Giuria voti in modo palese le sue preferenze, oltre alla possibilità di conoscere la composizione della Giuria popolare, hanno sicuramente contribuito ad affermare nel tempo il Campiello, e ad esaltarne la grande qualità di premio imprevedibile.

I Trecento lettori in queste quarantacinque edizioni hanno dimostrato di non voler premiare l’autore famoso, ma il libro per loro più bello o interessante. Questo è il plus valore del nostro Premio e credo che questo sia il motivo che spinge molti scrittori a volervi partecipare: affidare il giudizio sulla propria opera al gusto dei lettori.

Il Campiello nel tempo è riuscito a sviluppare molte iniziative finalizzate a coinvolgere un pubblico più vasto. Dopo l’avvio a metà degli anni ‘90 del premio riservato ai giovani, dal 2005 con l’istituzione de il Campiello Europa, abbiamo intrapreso un cammino di promozione della narrativa italiana oltre i confini nazionali per dare al nostro premio un più largo respiro europeo. Un Premio che è nato dalla volontà e dall’ambizione di contribuire alla diffusione della letteratura italiana anche all’estero. Dopo la Germania siamo riusciti a coinvolgere la Spagna, grazie alla collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura all’estero e con le Ambasciate Italiane.

Il Campiello Europa ha fino ad oggi confermato le nostre aspettative: grande attenzione è stata dedicata a questa iniziativa. La partecipazione di importanti e qualificate personalità del mondo culturale dei paesi fino ad ora coinvolti ha portato ancora più prestigio al Campiello e valore allo scambio culturale che rappresenta.

Mi auguro quindi per le prossime edizioni di riuscire a portare il nostro premio in altri importanti paesi europei. Con la consapevolezza dell’importanza di questa nostra iniziativa, forti della vivacità della nostra imprenditoria siamo decisi a rafforzare la presenza del Campiello all’estero certi che, il binomio cultura - economia possa favorire la creazione di una rete culturale, che potrà contribuire al consolidamento di una “coscienza e di una identità culturale” europea”.