Il vincitore della XVII edizione

La vincitrice dell'edizione 20112 del Concorso Campiello Giovani è Martina Evangelisti, con il racconto Forbici
Martina Evangelisti, 19 anni Ravenna, con il racconto “Forbici”
(per il secondo anno entra nella cinquina finalista)

Martina è nata a Ravenna nel Novembre del 1992. Quasi sicuramente pioveva quel giorno: per i successivi 19 anni la metà dei suoi compleanni sono stati festeggiati dalla pioggia. Sarà per questo che è una meteoropatica malinconica anche al sole. Studia Lettere Moderne a Bologna e per descriversi userebbe le parole di Calvino: è una saturnina che sogna di essere mercuriale, una festaiola mancata che va agli happy hour con un libro in borsa. Sarà colpa della pioggia. L’anno scorso è entrata nella cinquina finalista del Campiello Giovani con il racconto “Rose Rosse”. Motivazione del Comitato Tecnico per l’ammissione in cinquina: Forbici
Penetrante
Un uomo e una donna che si sono amati da ragazzi si rincontrano, lei fa l’attrice e vive in una grande città con il nuovo fidanzato fotografo, lui è rimasto in provincia, con il suo nuovo amore, una donna che è incinta di un suo figlio, anche se lui questo lo ignora. Mentre loro due parlano e sentono che l’amore che li ha uniti brucia ancora nelle loro viscere e che sono rimasti confitti l’uno nell’altra come forbici, la nuova donna di lui guarda delle vecchie foto con la suocera e ne trova proprio una di loro. Un racconto intenso, con punte di scrittura che trafiggono.

Motivazione della Giuria dei Letterati per la scelta del vincitore:
di Martina Evangelisti lo scorso anno si aveva avuto modo di apprezzare, con il racconto Rose rosse finalista nella cinquina del Campiello giovani, una scrittura netta e originale, fatta di silenzi e accensioni forti. Ora Forbici mette in scena una storia minimalista, l'incontro tra due coetanei che avevano vissuto un amore giovanile, portati dalla vita su altre e parallele strade: lei in una grande città con una promettente carriera di attrice, lui in provincia, “impalcatura fragile e pericolante” a sostenere una nuova relazione e – ma non lo sa ancora – l'arrivo di un figlio.
In una prosa affilata, dove il sottotono dei dialoghi è contrappuntato da accesi lampi metaforici, Martina Evangelisti dà voce a quella difficile età in cui solo dal rispecchiamento negli altri e dai primi sguardi sul proprio passato si trae l'energia per costruire una nuova dimensione di sé”.