I cinque finalisti della 30^ edizione

Venerdì 4 aprile 2025 è stata proclamata la Cinquina finalista del concorso Campiello Giovani 30^ edizione

Le cose che cadono di Valeria Arieti, Tuscania (VT), 19 anni

È il racconto dello sguardo e dei pensieri di un padre rivolto a Flavio, quello «scricciolo d'ossa» del figlio che «sta per staccarsi dal mondo», ma pure a quella moglie e madre che, in una camera d'ospedale, «da quando l'ha saputo è sempre sfatta fra le sue stesse ossa». Un racconto che trova intensità grazie soprattutto alla padronanza d'una scrittura che offre nel suo dire franto e insieme incalzante lo specchio di un intollerabile dolore.
Verso Oriente di Giacomo Bonato, Arquà Petrarca (PD), 17 anni

Sullo sfondo di una Venezia, crocevia di popoli e destini, si staglia la vicenda di un uomo e del suo sogno, incarnati con delicatezza nei luoghi, nei labirinti e nei racconti della città. Ogni contrappunto della narrazione è un riuscito intreccio fra il suo anziano tormento e la meraviglia, mai sopita, che lo porta verso la soglia sicura di un viaggio lontano, che vale più della vita.
Ferro e anima di Giacomo Masut, Martellago (VE), 18 anni

In un mondo fantascientifico una ragazzina si trova in volo a bordo di un'aereovettura con un robot, che le riferisce di doversi occupare di lei per ordine dei suoi genitori, feriti in una guerra aereospaziale. Tra i due nasce un rapporto che diventa sempre più intimo con il passare dei giorni, ma intorno a loro cresce anche l'aggressività sociale, perché questo legame il mondo lo ha generato ma non lo accetta. Un racconto che indaga lo scarto, sempre più invisibile, tra l'uomo e i nuovi androidi prodotti dalla sua tecnologia.
Fa male, il mare d'inverno di Chiara Miscali, Ardauli (OR), 21 anni

È soprattutto l'atmosfera a colpire il lettore in questo racconto memoriale di chi, in una estate al mare, vi si rivede bambino, mentre finge di annegare per attirare, sempre purtroppo vanamente, l'attenzione dei genitori. Salvato sempre per gioco dal nonno, una volta lo è per davvero da Osso di seppia, la «bambina molto bella e molto piccola» che si sporge da una barchetta traboccante di «gente zitta e scura». Un'atmosfera creata da una dizione sospesa, propria dell'emergere da profondità a lungo rimosse.
Un posto nel mondo di Aurora Vannucci, Parma, 19 anni

È la storia di una amicizia, tratteggiata con grande delicatezza e buona padronanza del dialogo, tra un bambino disegnato a colori, Pier, e il suo creatore, Jacopo, per il quale il primo si preoccupa vedendolo isolato rispetto ai suoi compagni nei giochi, al punto da inventarsi la ricerca d'un «portale che conduce nel mondo dell'immaginazione», e solo successivamente scoprendo che l'isolamento di Jacopo è dovuto a una grave malattia, che però non lo priva del piacere di crearsi nella mente un mondo «più bello di quello reale».