Il vincitore della XVI edizione

Il vincitore dell'edizione 2011 del Concorso Campiello Giovani è Mattia Conti, con il racconto " Pelle di legno "
Mattia Conti

Mi chiamo Mattia Conti e odio le autopresentazioni. Ho 22 anni e vivo a Molteno, in provincia di Lecco. Ho sempre subito il fascino delle storie, le narrazioni e i racconti che hanno avvolto la mia esistenza. Ho cominciato disegnando le immagini che c’erano nella mia testa, poi è arrivata la scrittura. Ho frequentato il Liceo Artistico Medardo Rosso e nel 2005 ho pubblicato “Il moto delle onde” (OTMA Edizioni), la mia prima raccolta di poesie. Dal 2008 frequento comunicazione, media e pubblicità all’università IULM. Nel 2009 ho pubblicato il mio primo romanzo “Pandora” (Ibiskos-Ulivieri), frutto di notti a scrivere e giorni a sognare. Nel 2010 sono arrivato tra i semifinalisti al Premio Campiello Giovani con il racconto “Le stanze di fumo” e quest’anno “Pelle di legno” mi ha permesso di entrare nella Cinquina finalista. Vivo cercando di cogliere anche solo un atomo dell’immenso mistero che chiamano “vita”. Per questo scrivo.

Motivazione del Comitato Tecnico per l’ammissione in cinquina: Pelle di legno
Corale
Un bildungsroman brianzolo. La crescita alla vita di Natale Vespucci, tra Lecco e Oggiono. Veglie intorno al camino la sera, il 25 luglio del '43 e l'arrivo della ventenne spagnola e del suo bambino appena nato, partigiani e repubblichini. Notevole tenuta narrativa, lingua spedita, fresca, di rara felicità espressiva. Una tranche de vie popolare e corale, rivissuta attraverso gli occhi di un ragazzino, che non può fare a meno di guardare al di là delle nuvole quando sulla terra non riesce a trovare “qualcosa di buono”.

Motivazione della Giuria dei Letterati per la scelta del vincitore:
Un racconto di ambientazione campagnola che rievoca atmosfere ed episodî della guerra civile in un’imprecisata località del nostro settentrione. Il protagonista è un ragazzo, Natale, sicché la lente del suo guardare e rammemorare semplifica gli avvenimenti, li deforma rispetto a come li vedrebbe e ricorderebbe un adulto. Se non è la prima volta che la letteratura si prova in una impresa del genere, il risultato è tuttavia originale e gradevole: alla felice caratterizzazione dei personaggi (nonno Felino, zia Rosanna, Angelen, Adelio, Olga, il prete…) corrisponde fino all’ultima pagina una scrittura nitida e capace, rara in un ventiduenne come Mattia Conti.