Premio Campiello Opera Prima

Nel 2004 la Fondazione Il Campiello ha istituito il riconoscimento Premio Campiello Opera Prima che viene assegnato al romanzo di un autore al suo esordio letterario.
Il riconoscimento Premio Campiello Opera Prima, secondo regolamento, viene attribuito dalla Giuria dei Letterati e annunciato nel corso della Riunione di Selezione. Il vincitore viene premiato nel corso della cerimonia di premiazione del Premio Campiello letteratura.

Opere premiate


- Nel 2023: 
L'ultima innocenza di Emiliano Morreale pubblicato da Sellerio

Motivazione:
Dalla Palermo degli anni ‘80 alla Polonia della seconda guerra mondiale; dai bassifondi romani all’America hollywoodiana: attraverso sei inquadrature, L’ultima innocenza costruisce un percorso attraverso due arti: letteratura e cinema. Mescolando realtà storica e invenzione o pretesto autobiografico, Emiliano Morreale indaga con gli occhi del critico la linea di confine tra finzione cinematografica e realtà.





- Nel 2022:
Altro nulla da segnalare di Francesca Valente pubblicato da Einaudi

Motivazione:
Il romanzo di Francesca Valente Altro nulla da segnalare (Einaudi) reinventa letterariamente – a partire da un’esperienza reale degli anni Ottanta – il mondo dei pazienti psichiatrici portando nella vita quotidiana di un reparto ospedaliero uno sguardo straniante e sdoppiato: quello della voce narrante e quello dei rapporti stesi dagl’infermieri, presentati come veri referti documentari. Il risultato è un congegno dalla struttura e dal ritmo inusuali. Sono due punti d’osservazione dei quali l’autrice sa gestire in modo sapiente gli scarti, le convergenze, le perplessità e la dolente e paradossale normalità, aprendo interrogativi profondi sul confine tra salute e infermità, tra disagio e appagamento, tra vicinanza dei curanti e indifferenza del mondo.


- Nel 2021:
Dieci storie quasi vere di Daniela Gambaro pubblicato da Nutrimenti

Motivazione:
Figli, sorelle, soprattutto madri, i personaggi di Dieci storie quasi vere di Daniela Gambaro; e una quotidianità che si affaccia in situazioni consuete, nelle quali a segnare lo stacco è la tipologia dei rapporti familiari e soprattutto delle maternità, ora felici, ora sofferenti, ora mancate.
Ed è la magia della scrittura di Daniela Gambaro a tradurle in “storie quasi vere”, accompagnando con tono lieve e delicato quello scarto del vivere che mette improvvisamente a nudo una esistenza.
Una scrittura che si fa partecipe, senza mai abdicare al rigore nel modulare gli accenti di commozione, malinconia, anche ironia propri di ciascuna delle dieci storie.


- Nel 2020: Le isole di Norman di Veronica Galletta pubblicato da Incursioni - Italo Svevo

Motivazione:
Veronica Galletta elegge lo spazio marino di Ortigia a santuario della memoria e declina in modo limpido e convincente il tema dell'archivio e della mappatura. La giovane protagonista, Elena, è impegnata in una originale ricomposizione del suo passato: le cicatrici sul suo corpo e i libri abbandonati (in modo solo apparentemente casuale) dalla madre prima di scomparire sono i frammenti di una ricognizione cartografica parziale e gravata dall'oblio, gli elementi primi di una indagine condotta sul sottile filo del ricordo.

Crediti: upho studio fotografia



- Nel 2019:
Hamburg di Marco Lupo pubblicato da Il Saggiatore

Motivazione:
Hamburg è un libro sulla labilità della memoria e su come venga tramandata da un gruppo di lettori clandestini. In un mondo di macerie che ricorda le atmosfere di Fahrenheit 451, un coro di voci si ritrova, segretamente, ogni lunedì in una libreria. Non si tratta di una “allegra brigata” che si ritira su un colle ameno, bensì di una banda di resistenti che scorge nella lettura la medesima funzione che gli uomini primitivi attribuivano agli affreschi delle grotte di Lascaux. Anche l’autore, in effetti, dichiara che «Si scrive per dar voce ad animali morenti». Così Hamburg mette in scena uomini e donne sconfitte dalla storia, famiglie costrette a nascondersi sotto terra per sfuggire al bombardamento alleato che nel 1943 rase al suolo la città anseatica. Pellegrini su questa terra, i personaggi del romanzo sono la «sabbia del tempo scomparso» cui allude il sottotitolo.
La struttura esplicitamente metaletteraria incastona una serie di frammenti di libri e un apparato di immagini fotografiche; ricordando Austerlitz di Sebald e Mattatoio n° 5 di Vonnegut, Marco Lupo fa della maceria il tema e la forma stessa della sua narrazione: la trama ne esce martoriata, con originali effetti di disorientamento per il lettore.


- Nel 2018:
Gli 80 di Camporammaglia di Valerio Valentini pubblicato da Editori Laterza

Motivazione:
Dopo il terremoto del 2009, “Camporammaglia di Sassa”, immaginario paese in provincia dell’Aquila, corre il rischio di diventare la capitale del dolore, e di attirare tutta l’attenzione dei media e dei politici. Attorno alla casa di Adelio, gli ottanta abitanti si muovono come sull’aia di un cascinale, sospesi tra stupore e angoscia: figure di resistenza alla catastrofe naturale e alla mutazione sociale.
Tra reportage, epos corale e romanzo di formazione, Valerio Valentini, con uno stile che non indulge mai al patetico, in equilibrio tra memorie di infanzia e referto saggistico, mette in scena due cataclismi: il terremoto esterno, che sconvolge le esistenze degli ottanta, e li relega nei moduli abitativi provvisori, e quello interiore, che segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Sarà l’organizzazione della festa patronale a dare ai giovani la motivazione per una forma di resistenza che attraversa il tessuto sociale e le vite individuali.
La scrittura di Valentini, sorvegliata e ironica, in grado di assorbire elementi dialettali senza scadere nello stereotipo, narra il passaggio da una civiltà ancora contadina, mai mitizzata, alla modernità che stravolge le vite dei tre amici. E mostra come, contro ogni aspettativa, sia possibile ridare un centro al paese e riallacciare le vite e le storie di tutta la comunità.


- Nel 2017:
Un buon posto dove stare di Francesca Manfredi pubblicato da La Nave di Teseo


Motivazione
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Ad attraversare gli undici racconti di “Un buon posto dove stare”, esordio narrativo di Francesca Manfredi, c'è come un filo rosso riassumibile nei termini "traslochi", inteso come costante spiazzamento dai propri luoghi dei diversi personaggi, e “case”, che attraggono, si ricordano, o respingono. Case che si aprono soprattutto all'interno, salvo poi svelare stanze misteriosamente intatte o ripostigli abbandonati o proibiti, in cui si celano inquietanti storie segrete, e dalle quali, se appartenenti al tuo passato, forse vorresti anche non essere mai uscito. Case e stanze che qualche protagonista vorrebbe eleggere ad àncora di salvezza rispetto al «fuori».
E si hanno racconti che richiamano immagini, ma soprattutto «odori» che, come sempre trattandosi di memoria, alternano piacere e sgradevolezze, in queste storie di ordinaria quotidianità che propongono personaggi di varie età, da bambini ad anziani, prevalentemente famiglie o coppie che vivono situazioni di disagio o che si sfuggono. Ne vengono personaggi che vivono di comunicazioni trattenute, fatte di silenzi e segreti, di sensazioni interiori che avvertono quasi come colpa il comunicarle agli altri. E ricordi dovuti alla casualità d'un incontro con una figura, un rumore, un suono, uno sguardo, nei quali avvertono qualcosa di proprio e che resta tale perché indescrivibile da riferire con parole. Di qui la coerenza con la scrittura: originale, piana, paratattica, essenziale, sospesa tra detto e non detto. E la nota malinconica che attraversa tutto il libro e che segna personaggi che portano dentro di sé le fragilità e le incertezze dell'oggi, e nei quali solo alla fine affiora la sensazione che «Tutti abbiamo qualcosa che ci salva; solo che, a volte, è una cosa talmente piccola che non è facile da scoprire».


- Nel 2016:
La teologia del cinghiale di Gesuino Némus pubblicato da Elliot

Motivazione:
Gioca di sovrapposizione onomastica col suo personaggio l’autore della Teologia del cinghiale. Gesuino Nemus (ossia Nessuno) è infatti lo stesso della voce narrante del romanzo, che ci offre un sorprendente esordio, ambientato a Telèvas, “una enclave a se stante” in Sardegna e che ha quale centralità temporale il 21 luglio 1969 del ritrovamento del corpo di Bachisio Tudìnu e, il 22 luglio, di sua moglie Elvira Bòttaru, impiccata in casa.
Sarebbe però sbagliato leggere un simile romanzo come un giallo, pur poggiando su misteri, silenzi, ancestralità, segreti.
Una voce ricca di affabulazione, quella di Nemus: umori, sapori, parlate, sguardi, silenzi, canzoni, tradizioni che fanno della Teologia del cinghiale un romanzo saporosamente antropologico, in una ambientazione subito presentata come “poco normale”, come del resto sono un po’ tutti i personaggi che vi si muovono.
Un romanzo che si fa apprezzare anche per una lingua ricca di venature, con ricchi inserti di lingua sarda (quasi sempre resa comunque dialogicamente comprensibile). In una orchestrazione davvero sapiente, che sa tenere la tensione. E che approda a un finale insospettato e inatteso.


- Nel 2015: La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotindi Enrico Ianniello pubblicato da Feltrinelli


Motivazione
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E’ tra fine anni 70 e inizio anni 80 a Mattinella, Irpinia, che scorre l’infanzia felice di Isidoro Raggiola soprannominato Sifflotin per il dono di un fischio prodigioso in grado di supplire all’incubo della perdita della parola in seguito al terremoto e alla perdita dei familiari.
Una famiglia magica, in cui si respira un sapore di “Pane amore e fantasia”, con genitori eternamente e fanciullescamente innamorati.
Una vita che Isidoro narra retrospettivamente, miscelando lingua, dialetto, espressioni popolari, suoni onomatopeici. Ne scaturisce un andamento insieme fiabesco e realistico, calibrato su personaggi strani e stralunati e situazioni ora grottesche, ora comiche, ora poetiche e ora surreali.
Un racconto di scanzonata oralità, calato in una gioia del raccontare e in una scrittura che si fa insieme lieve e densa, perché commossa.


- Nel 2014:
La fabbrica del panico di Stefano Valenti pubblicato da Feltrinelli


Motivazione:
"il romanzo racconta una storia familiare, che diventa corale di fronte alla malattia e alla morte per amianto. A narrarla, muovendosi per lasse di ricordi, è il figlio quarantenne che sente la necessità e il dovere di stringere un rapporto più ravvicinato col padre, sceso a Milano dalla Valtellina per morire in fabbrica. Un rapporto che ricade sul figlio, il quale risulta sempre più gradualmente ferito dall’ansia di conoscere la verità, arrivando per questa via a ricostruire, non solo nel padre, ma anche nei suoi compagni, il dolore fisico e morale della fabbrica. Il tutto raccontato con uno stile asciutto e tagliente, ma di forte impatto emotivo, che procede lungo il filo di una dolorosa elegia".

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- Nel 2013: Cate, io di Matteo Cellini pubblicato da Fazi Editore

Motivazione:
Opera di forte maturità e di elegante felicità stilistica, Cate, Io di Matteo Cellini (Fazi editore) racconta con leggerezza la condizione sofferente propria di chi, diciottenne e smisuratamente obesa, si trova a fare i conti non solo con se stessa e il proprio fisico, ma anche con una famiglia di autentici “eroi della dismisura”.
Il racconto si sviluppa nel segno d’una tenera, amabile, sorridente autoironia proprio grazie allo spirito combattivo di Cate, tanto da farne quasi uno “stile di sopravvivenza”.



- Nel 2012: Il trono Vuoto di Roberto Andò pubblicato da Bompiani

Motivazione:
“Un’opera prima, ma già fortemente matura. È un magnifico apologo scespiriano sulla malinconia del potere. Il romanzo procede con sicurezza e apparente leggerezza; e grazie anche a un ritmo ben concertato, accerchia il potere nei suoi aspetti più inquietanti”.







- Nel 2011: Settanta acrilico trenta lana di Viola Di Grado pubblicato da edizioni e/o

Motivazione:
“Il romanzo si impone subito per l’invenzione linguistica, spinta fino alla visionarietà. L’ambientazione in un quartiere periferico di Leeds, perennemente e tristemente invernale, tra personaggi tutti al limite della normalità, giustifica l’oltranza linguistica. Si capisce che il romanzo è di una spiccata originalità, ed è contemporaneamente racconto di una non comune crudeltà. Vi spiccano figure come quella del padre (trovato morto in macchina con l’amante), quella della madre con il tic di fotografare buchi di qualsiasi genere, quella del fidanzato che inizia la protagonista agli ideogrammi, quella del fratello del fidanzato che va tagliuzzando i vestiti del negozio del fratello; gli stessi vestiti che lei, la protagonista, ama indossare dopo averli raccolti dai cassonetti dell’immondizia. Per essere l’opera prima di una giovanissima scrittrice, il romanzo è di grande maturità sia per struttura che per costruzione linguistica.”


- Nel 2010: Acciaio di Silvia Avallone pubblicato da Rizzoli

Motivazione:
“Acciaio” è il romanzo di molteplici transizioni incompiute: dalla società industriale a quella postindustriale, dal proletariato alla piccola borghesia, dall’Italia tradizionale a quella postmoderna, dalla gregarietà femminile all’emancipazione, dall’adolescenza alla giovinezza.
Il romanzo si colloca nell’intersezione di tutti questi mutamenti e li trasforma da sociologici in letterari attraverso lo sguardo sempre meno disincantato di due ragazzine costrette dalla vita a trasformare l’amicizia in competizione.
La company town che fa da sfondo alla vicenda è un impasto di rudezza e di grazia, di vita sprecata e di vita disperata, dove il ritmo dei singoli, delle famiglie, della città, è sincronizzato sul ritmo della fabbrica e dove la polvere della ghisa esce incessante dalle ciminiere per coprire con uguale grigiore i tetti, le strade, le persone e gli stati d’animo.
In un quartiere operaio, che ha perso la coscienza e l’orgoglio di classe senza trovare una nuova coesione sociale, Anna e Francesca cercano la loro strada e i mezzi per percorrerla.
Le loro piccole gioie, le loro piccole delusioni, il progredire e l’arretrare della loro amicizia sono trasformate da Silvia Avallone in una indimenticabile metafora della ricerca di identità che oggi tutti coinvolge.


- Nel 2009: L'ultima estate di Cesarina Vighy pubblicato da Fazi

Motivazione:
“L'ultima estate” di Cesarina Vighy (Fazi editore) è un libro che, raccontando un’intera esistenza, approda a un “De senectute” intriso di dolorosa saggezza.Con un linguaggio asciutto che sa essere commosso e nello stesso tempo autoironico. E’ la testimonianza di una donna che affida alla parola l’estrema resistenza contro la malattia e lo sfinimento della vita.


- Nel 2008: La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano pubblicato da Mondadori

Motivazione:
La Giuria dei Letterati del Premio Campiello Letteratura XLVI Edizione ha deciso di assegnare all’unanimità il riconoscimento Premio Campiello Opera Prima a Paolo Giordano per l’originalità della scrittura del testo e per la singolarità della storia dei giovanissimi protagonisti, estremamente rappresentativi di un certo mondo giovanile della borghesia, della borghesia opulenta, che garantisce agiatezza ai propri figli lasciandoli nella più assoluta solitudine spesso abbandonati a sé stessi.
E’ proprio in questa cultura che spesso si formano e si sviluppano i fenomeni del disadattamento, della violenza, dell’abulia, delle tossicodipendenze e, in generale, della crisi dei valori. Un romanzo, dunque, stimolante e inquietante che fa riflettere sul disagio di settori del mondo giovanile, simbolicamente rappresentato dai numeri primi, cioè come i protagonisti, strettamente uniti eppure invincibilmente divisi.


- Nel 2007: Fideg di Paolo Colagrande pubblicato da Alet

Motivazione:
Intorno alle vicende di un libro smarrito, dedicato agli eroi da Garibaldi ai nostri giorni, Paolo Colagrande costruisce un romanzo digressivo e bizzarro che mette in burla vari aspetti della società contemporanea, in particolare i miti e i riti del mondo letterario.

Fideg è un libro che si fa apprezzare per la colta nonchalance, per il trascinante umorismo.


- Nel 2006: Senza coda di Marco Missiroli pubblicato da Fanucci Editore

Motivazione:
Il suo libro narra “di un’infanzia che si misura angosciosamente con il mondo adulto, con le sue sopraffazioni e violenze, varcando la linea d’ombra che conduce da una pensosa maturità” con una narrazione che procede con notevole abilità per allusioni e spiragli in un serrato confronto tra i fatti e la loro elaborazione interiore.


- Nel 2005: Con le peggiori intenzioni di Alessandro Piperno pubblicato da Mondadori

Motivazione:
La capacità dell’autore nel collocare in un microcosmo della Roma capitolina opulenta e sfrenata tra gli anni '70 e '80 una vicenda familiare a volte drammatica a volte esilarante, ma sempre inattesa.
L'esordio nella narrativa di un autore che sa come intrecciare amori, ossessioni, tradimenti di personaggi indimenticabili, in pagine che conquistano il lettore per la loro capacità evocativa e la loro eleganza.


- Nel 2004: Mosca più balena di Valeria Parrella pubblicato da Minimum fax

Motivazione:
Una delle cose più difficili per uno scrittore o scrittrice alle prime armi è entrare in un campo già ben arato e non mettersi a seguire un solco imposto da qualcun altro. La vita e i costumi di Napoli formano una parte molto caratteristica del patrimonio letterario nazionale. La gamma delle caricature disponibili, le posizioni tradizionalmente prese, sono fin troppo riconoscibili. Eppure Valeria Parrella riesce ad apportare ai suoi racconti napoletani un occhio e soprattutto una voce assolutamente freschi, uno stile che evita con cura l'imitazione senza rivelarsi aggressivamente idiosincratico. Le storie che la Parrella racconta sono volutamente contemporanee - l'arrivo della madre extracomunitaria, la coppia lesbica con un figlio "inaspettato" - eppure si inseriscono subito nella "tradizione napoletana" che conosciamo, arricchendola e completandola. Mantengono sempre alta la tensione tra una possibile visione benevola e folkloristica della città e una critica severa, quando non addirittura, di tanto in tanto, disperata. Soprattutto, la Parrella sfoggia una sicurezza e una rapidità nello sviluppo della narrazione che fanno tutt'uno con la sua ironia finissima, spesso ilare, il che rende i suoi racconti insieme stimolanti e avvincenti.