Campiello Natura - Premio Venice Gardens Foundation II edizione

Assegnato alla scrittrice Emanuela Evangelista con il libro Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta (Editori Laterza) il riconoscimento rivolto alle opere di narrativa dedicate alla Natura che verrà ritirato in occasione della finale il prossimo 21 settembre al Gran Teatro La Fenice di Venezia.
I tre finalisti della II edizione:


Ottavio Cappellani
con Il carrubo e l’unità di misura del diamante (Aboca Edizioni)
Emanuela Evangelista con Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta (Editori Laterza)
Franco Faggiani con La compagnia del gelso (Aboca Edizioni)

ll vincitore della II edizione:

Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta
di Emanuela Evangelista – Editori Laterza

Emanuela Evangelista, biologa della conservazione e attivista ambientale, è impegnata da più di vent’anni nella tutela della foresta, della biodiversità e delle popolazioni tradizionali. Vive nel piccolo villaggio di Xixuaú, nel cuore dell’Amazzonia. È presidente di Amazônia Onlus, organizzazione che sostiene i nativi dell’Amazzonia nella lotta contro la deforestazione e per la conservazione della foresta tropicale e della sua biodiversità. È Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e membro della Species Survival Commission della IUCN. Il suo lavoro e i risultati delle sue ricerche hanno contribuito alla protezione di 600.000 ettari di foresta intatta, un’estensione pari a due terzi della Corsica. Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta (Editori Laterza) è il suo primo libro.

Sinossi
La mia palafitta sta sulle sponde di un affluente minore dalle acque trasparenti che si riversa su un fiume di acque scure, nel bacino del Rio Negro, 30 km a sud del Rio Branco, anomalo corso dalle acque bianco latte scremato. Non c’è nessun insediamento umano a monte, nessun’altra palafitta. Il privilegio dell’isolamento è il silenzio e nell’Amazzonia remota il silenzio è fondante. I suoni degli animali, delle piante, del vento, della pioggia, del temporale si innalzano a orari diversi e staccano su un silenzio originario. Il silenzio delle 3 del pomeriggio costituisce le fondamenta su cui si erige il concerto delle cicale delle 4, che poi si adorna del canto del Nambù orologio, che prima del tramonto ci spaventa con il suono del Socò che sembra un puma, mentre si diffonde il verso monotono e vibrante delle rane, almeno 6 o 7 specie diverse, le cui note si sommano o si avvicendano come passandosi un testimone, lentamente, fino a notte fonda, quando le scimmie urlatrici iniziano a farsi sentire. Tutto intorno c’è un tale silenzio che sento il suono che fa una foglia che cade. Oppure, un serpente che canta.
9 nazioni, 47 milioni di persone, più di 300 lingue, una infinità di popoli tradizionali, circa 2,2 milioni di indigeni, più di 410 gruppi etnici, di cui circa 80 rimangono in isolamento volontario. 4 stagioni meteorologiche e 4 idrologiche, acque di 3 colori, foreste, savane, montagne, fiumi, cascate, spiagge, piantagioni, allevamenti, città, aree protette, miniere, stazioni petrolifere, dighe idroelettriche». Questa geografia immensa e variegata è l’Amazzonia. Emanuela Evangelista, biologa e attivista, vive da oltre dieci anni in un piccolo villaggio nel cuore della foresta amazzonica, sulle rive del fiume Jauaperi. Nelle pagine di questo libro racconta l’Amazzonia che ha conosciuto e lo fa da un punto di vista unico: una italiana, ma ormai parte integrante della comunità dei popoli della foresta. Conosceremo il susseguirsi delle stagioni, l’importanza dell’acqua e dei suoi movimenti; l’indicibile bellezza della foresta e dei suoi abitanti; la paura viscerale e l’incanto che scaturiscono dal contatto senza mediazioni con la natura. E ancora i tanti viaggi attraverso la selva a bordo di un battello, il contatto con gli spiriti della foresta, la conoscenza delle piante medicinali, la vita nel villaggio. Ma anche la violenza, le miniere illegali, il disboscamento, le speculazioni, il bracconaggio, la lotta dei rivieraschi per preservare il luogo dove vivono. Un caleidoscopio di incontri, fatti e spazi che raccontano uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi del pianeta. «Pochi capelli bianchi su un volto bello e accogliente, con una cantilena che è una nenia, João non usa scarpe, i suoi piedi larghi e nudi hanno sviluppato una suola di pelle naturale. Più di una volta gli ho regalato un paio di scarpe, che regolarmente non usa perché – mi dice – "non riesco ad abituarmi: con le scarpe ai piedi mi sento cieco". In un lago vicino ci sono enormi rocce levigate che si inabissano sott’acqua per mesi. Su quelle rocce João incontra gli spiriti della foresta. Racconta di Curupira, protettore degli alberi e degli animali, vendicativo. Se hai una famiglia di cinque figli e vuoi condividere la cacciagione con quattro vicini di casa, ti basterà uccidere due cinghiali. Se, per avidità, ne ucciderai di più, lui ti punirà facendoti perdere il cammino.