I vincitori della 2^ edizione

Sono due i vincitori del Premio Campiello Junior 2023 come sono due le categorie che hanno caratterizzato questa seconda edizione.
Il riconoscimento letterario nato dalla collaborazione tra la Fondazione Il Campiello, Pirelli e la Fondazione Pirelli per opere italiane di narrativa e poesia scritte per ragazzi è stato vinto da Nicola Cinquetti, con il libro "L’incredibile notte di Billy Bologna" (Edizioni Lapis) nella categoria 7-10 anni e da Davide Rigiani, con il libro "Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino" (Minimum Fax) per la categoria 11-14 anni.



I libri premiati, annunciati oggi nel corso di un evento presso il Teatro Franco Parenti di Milano, hanno ottenuto rispettivamente 59 voti su 115 e 44 su 108 inviati dalle due Giurie Popolari che compongono la Giuria dei 240 Giovani Lettori dedicate, composte da ragazzi dell’ultimo anno delle scuole primarie e del triennio delle scuole secondarie di primo grado. I vincitori saranno celebrati a settembre durante la Cerimonia di Premiazione del Campiello 2023.
Per la categoria 7-10 anni, Nadia Terranova con il libro "Il cortile delle sette fate" (Ugo Guanda Editore) ha ottenuto 37 voti, mentre Carlo Marconi con il libro "Poesie del camminare" (Edizioni Lapis) ne ha ricevuti 19 voti.
Per la categoria 11-14 anni, invece, Lilith Moscon con il libro "Bestiario familiare" (Topipittori) si aggiudica 35 voti, mentre Ilaria Rigoli con il libro "A rifare il mondo" (Bompiani) ne ottiene 29.


Nicola Cinquetti, veronese, laureato in Filosofia e Pedagogia, insegna Storia e Filosofia in un liceo. Autore di testi in prosa e in rima caratterizzati da uno stile poetico e ironico, nel 2020 ha ricevuto il Premio Andersen come miglior scrittore. Ha pubblicato il suo primo libro nel 1997 con le Nuove Edizioni Romane. La sua riscrittura dell’Odissea, illustrata da Desideria Guicciardini, ha vinto il premio Biblioteche di Roma 2016.

L’incredibile notte di Billy Bologna

Nella palestra del palazzetto dello sport è stato allestito il domino più grande del mondo. È frutto del lavoro meticoloso di Matamoto, temibile maestro giapponese che parla solo in haiku. La notte prima della presentazione dell'opera, Billy, il figlio del custode, va a vederla di nascosto. Ma, quando si volta per andarsene, con la punta del piede urta una tessera, avviando la catastrofe. Billy è disperato, Matamoto gli staccherà la testa con la sua spada da samurai... Così, nel bel mezzo della notte, scappa per raggiungere un’isola sulla quale nascondersi. Sulla spiaggia incontra un giovane vestito di bianco che si offre di aiutarlo: il suo nome è Angelho e ha un flauto magico con cui incanta gli animali. Il ragazzo propone a Billy di attirare fuori dal mare milioni di granchi che ricomporranno il domino, ma mancano poche ore all'arrivo dei visitatori e gli imprevisti non sono ancora finiti.


Davide Rigiani (1980) è nato a Lugano e vive a Sarzana, in Liguria. Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino, il suo primo romanzo, ha ricevuto la Menzione speciale del Direttivo del Premio Calvino e ha vinto il Premio Giuseppe Berto 2022.

Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino

I Ghiringhelli sono una strampalata famiglia italosvizzera che abita nel Canton Ticino, in una casa piena di gatti che si chiamano come avverbi o congiunzioni. La signora Ghiringhelli è una donna imperturbabile e pragmatica che lavora nella sede luganese della Banca d’Elvezia, il signor Ghiringhelli è un poeta avanguardista che traduce in quartine guide e manuali d’istruzioni, la figlia grande è un’adolescente sempre imbronciata. E poi c’è il Tullio.
Il Tullio fa la quinta elementare, ed è un bambino timido e silenzioso, che cerca di passare inosservato. Ma nella sua smisurata immaginazione vive e pulsa un’intera città popolata da supereroi, alieni, piante carnivore parlanti, Roger Federer, cavalieri medievali e tutto quello che può abitare la fantasia di un bambino di dieci anni. Il Tullio presta più attenzione a loro che ai maestri, ragion per cui a scuola va così così. Ma una sera trova un eolao, e se hai un eolao non puoi proprio passare inosservato.
Tra superlativi iperbolici, girondi stornati e animali fantastici, sui sentieri dell’assurdo tracciati da Gianni Rodari, Pennac e Vonnegut, dai film di Wes Anderson o dai fumetti di Calvin & Hobbes, Rigiani ci ricorda che felice e sovversiva sarabanda possa essere la letteratura. Un gioco spericolato con la lingua, una trovata esilarante, la messa a soqquadro di quella metafora dell’ordine universale che è la Svizzera.