Niccolò Ammaniti, vincitore 2006

La prima edizione si è svolta in Germania a febbraio 2006 ed ha visto premiare il libro di Niccolò Ammaniti “Io non ho paura” nella versione tedesca “Die Herren des Hügels” edito da Bertelsmann e tradotto da Ulrich Hartmann, scelto all’unanimità, da una Giuria presieduta da Christina Weiss, già Ministro della Cultura.
E’ Niccolò Ammaniti il vincitore della prima edizione estera del Premio Campiello Letteratura- Confindustria Veneto.

L’autore si è aggiudicato il titolo con il libro “Io non ho paura” (Einaudi 2001) pubblicato in Germania nel 2003 dall’editore Bertelsmann con il titolo “Die Herren des Hügels”, tradotto da Ulrich Hartmann.

Scelto all’unanimità tra una trentina di libri da una Giuria di cui hanno fatto parte l’architetto Hans Kollhoff, la direttrice del Kulturstiftung der Länder, Isabel Pfeiffer-Poensgen, il direttore generale del Goethe-Institut in Italia, Michael Kahn-Ackermann, il presidente di Villa Vigoni, Erich Kusch e presieduta da Christina Weiss, già Ministro della Cultura, il libro di Ammaniti ha colpito “per il modo in cui l’autore descrive il processo di maturazione del giovane che avviene attraverso l’esperienza di sentimenti contrastanti quali la paura, il coraggio, l’amicizia e il tradimento all’interno di un mondo contadino apparentemente semplice”

La premiazione si è tenuta a Berlino il 23 febbraio 2006 nella Festsaal del Rotes Rathaus nel corso di una cerimonia alla quale erano presenti, tra gli altri, Andrea Riello, Presidente di Confindustria Veneto e della Fondazione Il Campiello, Christina Weiss , Presidente della Giura dei Letterati, Elena Loewenthal, traduttrice e scrittrice, Antonio Martuscello, viceministro ai Beni e Attività culturali, Renato Cristin, Walter Fortuna , e Mauro Mazza direttore del TG2.
Oltre al vincitore un riconoscimento è stato consegnato anche all’editore e al traduttore.

Niccolò Ammaniti “Die Herren des Hügels” Trad. Ulrich Hartmann 2003 München Bertelsmann
Pubblicato in Italia nel 2001 da Einaudi con il titolo “Io non ho paura”




Motivazione della Giuria dei Letterati:
Niccolò Ammaniti racconta in modo impressionante nel romanzo „Io non ho paura“ le vicende di un ragazzo che scopre un delitto all’interno della sua famiglia. Ammaniti descrive il processo di maturazione del giovane che avviene attraverso l’esperienza di sentimenti contrastanti quali la paura e il coraggio, l’amicizia e il tradimento all’interno di un mondo contadino apparentemente semplice.
Attraverso il linguaggio il testo dona vita a quadri paesaggistici molto dettagliati.




“Io non ho paura”
In un caldissimo giorno d'estate degli anni Settanta, sei bambini a cavallo delle loro biciclette si avventurano, impavidi, nell'enorme distesa dei campi di grano che caratterizza il panorama dell'entroterra pugliese. Michele Amitrano, dieci anni, si attarda per cercare gli occhiali della sorellina: e finisce così per imbattersi in un suo coetaneo, Filippo, ridotto quasi ad una larva ed imprigionato dentro ad un buco scavato nel terreno...
E' l'inizio di “Io non ho paura” (Einaudi, 2001), il romanzo più noto e venduto del giovane scrittore romano Niccolò Ammaniti, riproposto con fedeltà da Gabriele Salvatores nella sua bellissima trasposizione cinematografica (David di Donatello – 2003).
Apportando poche variazioni alla trama originale, il regista di “Mediterraneo” (1991) ibrida felicemente certe suggestioni dell'horror rurale - da “La casa dalle finestre che ridono” (1976) di Pupi Avati a “Grano rosso sangue” (1984) di Fritz Kiersch - alle migliori dritte del cinema sull'infanzia, da “Stand by me” (1986) di Rob Reiner ai classici d'un Truffaut od un Comencini.
Mescolando tenerezza e crudeltà, tra Stephen King e Mark Twain, “Io non ho paura” è uno straordinario racconto sulla perdita dell'innocenza ove s'alternano luce ed ombra, pieni e vuoti, esterni ed interni a marcar l'inconciliabilità tra l'universo dei bimbi e quello degli adulti. Giuseppe Cristiano è un Michele di grande intensità, Mattia Di Pierro incarna al meglio il sembiante di un'infanzia straziata; mentre, fra gli adulti, spicca la superba caratterizzazione di Diego Abatantuono, vilain che non conosce rimorsi o pentimento, schizzato dal Nostro con una bizzarra ferocia tutta meneghina.




Niccolò Ammaniti
Niccolò Ammaniti è nato a Roma nel 1966. Ha esordito nel 1994 con il romanzo "Branchie", (Editrice Ediesse, poi Einaudi, 1997). Nel 1995 ha pubblicato il saggio "Nel nome del figlio", scritto con il padre Massimo, e nel 1996 la raccolta di racconti "Fango" (Mondadori). Suoi racconti sono usciti nelle antologie "Gioventù cannibale" (Einaudi, 1996) e "Tutti i denti del mostro sono perfetti" (Mondadori, 1997). I suoi libri sono stati tradotti in francese, tedesco, spagnolo, greco e russo. E' del 1999 "Ti prendo e ti porto via" (Mondadori), mentre nel 2001 pubblica per Einaudi "Io non ho paura". In Italia questo titolo vende oltre 800,000 copie e viene tradotto in 35 lingue.
Niccolò Ammaniti ritorna al fumetto, genere che ha contribuito a formare lo stile narrativo dello scrittore. "Fa un pò male" è il libro pubblicato nel 2004 (Einaudi) che contiene tre brevi romanzi a fumetti sullo sfondo di una Roma minore, in una periferia pasoliniana ricca di storie e personaggi grotteschi.