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Il Presidente della Giuria dei Letterati di questa edizione, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha con grande abilità coordinato gli interventi e il dibattito dei componenti della Giuria dei Letterati per la scelta dei romanzi finalisti; giuria composta da: il linguista Gianluigi Beccaria, dallo scrittore e storico Riccardo Calimani, dal critico d’arte Philippe Daverio, dal sociologo Domenico De Masi, dai giornalisti Aldo Forbice e Monica Maggioni, dal critico letterario Lorenzo Mondo, dal linguista e giornalista Salvatore Silvano Nigro, dal linguista Silvio Ramat, dalla Presidente della omonima fondazione d’arte Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e dal giornalista Giuseppe Sottile.
Come da tradizione ogni componente della Giuria dei Letterati ha espresso un proprio parere e giudizio sui libri in concorso; è stato affidato a Salvatore Silvano Nigro il compito di tracciare le caratteristiche e le linee di tendenza dell’annata letteraria.
Nigro ha evidenziato la presenza di molte opere prime, di autori non solo giovani anagraficamente, ma in possesso di una forte personalità e quanto sia più difficile applicare nella letteratura contemporanea una definizione dei generi.
Dal punto di vista geografico inoltre Nigro ha evidenziato come siano prevalse due aree di appartenenza e di provenienza degli scrittori: il Piemonte e Napoli; nel primo caso sono prevalsi romanzi di tipo storico e di saghe familiari, mentre nella secondo prevalgono i temi legati alla cronaca e all’attualità della città partenopea. È stato inoltre rilevato una notevole presenza di donne. Un’altra connotazione della stagione è l’irruzione nella narrativa della cronaca con le tensioni che oggi viviamo e con la violenza che attraversa la società.
E’ bastata solo una votazione ai componenti della Giuria per selezionare i cinque romanzi finalisti: Eliana Bouchard con Louise. Canzone senza pause (Bollati Boringhieri) che ha ricevuto otto voti, Benedetta Cibrario con Rossovermiglio (Feltrinelli) sempre otto voti e Chiara Gamberale con La zona cieca (Bompiani), Cinzia Tani con Sole e ombra (Mondadori) e Paolo Di Stefano con Nel cuore che ti cerca (Rizzoli) tutti e tre con 6 voti.
Quattro donne, di cui due esordienti (Eliana Bouchard e Benedetta Cibrario) dopo molti anni di cinquine formate in prevalenza da uomini.
Al romanzo di Paolo Giordano La solitudine dei numeri primi (Mondadori) la Giuria dei Letterati ha deciso di assegnare all’unanimità il riconoscimento Premio Opera Prima.
La motivazione, letta dal Presidente Letta, è la seguente: per l’originalità della scrittura del testo e per la singolarità della storia dei giovanissimi protagonisti, estremamente rappresentativi di un certo mondo giovanile della borghesia, della borghesia opulenta, che garantisce agiatezza ai propri figli lasciandoli nella più assoluta solitudine spesso abbandonati a sé stessi.
E’ proprio in questa cultura che spesso si formano e si sviluppano i fenomeni del disadattamento, della violenza, dell’abulia, delle tossicodipendenze e, in generale, della crisi dei valori.
Un romanzo, dunque, stimolante e inquietante che fa riflettere sul disagio di settori del mondo giovanile, simbolicamente rappresentato dai numeri primi, cioè come i protagonisti, strettamente uniti eppure invincibilmente divisi.
Ora spetta alla giuria dei trecento lettori, i cui nomi noti e meno noti si consoceranno solo sabato 30 agosto, data della cerimonia finale di premiazione del Premio Campiello.
Sarà possibile incontrare gli autori finalisti, nei mesi di luglio ed agosto, in numerosi incontri aperti al pubblico, promossi dalla Fondazione Il Campiello, previsti: martedì 1 luglio a Venezia, mercoledì 2 luglio a Milano, giovedì 17 luglio a Porto Cervo, giovedì 24 luglio a Ravello, Il Campiello ospite al Festival di Ravello, mercoledì 30 luglio ad Albarella e giovedì 31 luglio a Jesolo. Il Campiello farà tappa poi ad agosto, la è ancora in via di definizione, ad Asiago.